Quattro settimane dopo l'arresto degli operatori di Emergency in Afghanistan e' istruttivo tornare a leggere i titoli dei giornali del padrone per vedere quanto la disinformazione e la propaganda siano pane quotidiano nella piccola Italietta dei giorni nostri.
Un esempio per tutti. Il giornale del fratello scemo del premier apriva l'articolo dell'11 Aprile sull'argomento con la seguente frase: "I tre italiani arrestati dalla polizia afghana nella provincia di Helmand hanno "confessato" il proprio ruolo nel complotto per assassinare il governatore Gulab Mangal."
E' facile intuire cosa abbia pensato - e pensi ancora - il lettore medio del foglio in questione, visto che lo stesso si abbevera da quella fonte accompaganta da reti4, italie1 e minzolinate varie.
La liberazione del paese dal berlusconismo parte da qua': dall'informazione. Parte dallo smantellamento della propaganda. Non per sostituirla con altra propaganda ma per garantire opinioni e commenti discordanti ma fondati su fatti reali, non sulle veline del governo. Questo deve essere il compito prioritario delle opposizioni e di tutti coloro che hanno a cuore la liberta' vera, non quella - in tutti i sensi - di mister B.
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