Sunday, November 21, 2010

Brutta cosa l'invidia

"Savi non fummo, avvegna che Aldo, Marco e Beppe fossimo chiamati, e fummo de li altrui danni più lieti assai che di ventura nostra". Mi scusi il Sommo Poeta ma c'e' da far spazio per almeno altre tre anime nel canto XIII del Purgatorio. In realta' quelli colpiti da invidia sono molti di piu' specie dalle parti del fratello scemo del presidente del consiglio ma non mi risulta che Dante dia spazio nella Commedia alla monnezza.

I commenti di Grasso, Travaglio e Grillo, per quanto perfettamente in linea coi personaggi, hanno comunque dello stupefacente. Tutti sono daccodo che in Italia la tivvu' e' merda allo stato puro. Un programma in prima serata su una rete minore attira 10 milioni di persone a sentir parlare di mafia (al Nord), Eutanasia, Diritti Civili e altri temi alti senza neppur mostrare un culo una tetta e cosa fanno i nostri soloni? Si lanciano in critiche le piu' disparate sullo stile, sulla dialettica, su chi e' citato e chi no, sulle parole utilizzate da Saviano, sul buonismo di Fazio ...

Possono pure avere tecnicamente ragione, ma prima di aprire la bocca dovrebbero aver fatto, in prima persona, nella lotta alla mafia 1/10 di quello che ha fatto Saviano. Perche' Saviano attacca il problema dal punto di vista culturale ed e' questa la vera battaglia. Le mafie non si vincono manu militari - non c'e risucito neppure Cesare Mori in periodo di dittatura - ma solo facendo venir meno loro l'appoggio popolare. Questo fa Saviano e per questo - che piaccia o no - merita un acritico e ideologico supporto.

Chi non lo fa e' mafioso!

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